giovedì 18 aprile 2013

Gran disastro nella gestione degli accertamenti delle superfici imponibili ai fini della prossima tariffazione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti



Da quest’anno il corrispettivo che i cittadini dovranno versare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti cambia nuovamente nome: dopo la TA.R.S.U. (Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani, in vigore fino 2006), la T.I.A. (Tariffa di Igiene Ambientale, in vigore dal 2007 al 2012), ecco la TA.R.E.S. (Tariffa Rifiuti e Servizi) in vigore dal 1 gennaio 2013. Soprassedendo a quanto sia stupefacente l’italica indole nella ideazione e creazione di complicazioni e complicanze legislative, regolamentari, procedurali, amministrative e burocratiche, veniamo al punto che interessa il nostro comune.
Come per le consorelle precedenti, anche la novella TA.R.E.S. fonda la ripartizione dei costi complessivi del servizio sulle utenze, considerando in particolare il numero dei componenti il nucleo famigliare e le superfici imponibili delle abitazioni. E proprio su queste ultime casca l’asino. Un asino grosso grosso!
Spieghiamo meglio.
Come tutti sappiamo, negli ultimi anni, il Comune di Brentonico ha provveduto ad incaricare un consulente esterno (Trentino Riscossioni S.p.A.) per accertare le reali situazioni delle superfici imponibili di ciascun contribuente. Gli accertamenti hanno di fatto rilevato una diffusa sottostima delle superfici imponibili con conseguente emissione di ruoli di recupero per importi consistenti (centinaia di migliaia di Euro), importi che finiscono per circa la metà nei bilanci comunali come entrate straordinarie “una tantum” e per l’altra metà come compenso all’accertatore esterno. Un business!
Viene spontanea la domanda: almeno le situazioni reali accertate saranno state puntualmente inserite e aggiornate nei “data base” comunali al fine della corretta gestione delle superfici imponibili della novella TA.R.E.S?
Ebbene, no!
La stragrande maggioranza delle cartelle per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del 2013 usciranno con i dati antichi, cioè con i dati sbagliati, cioè con i dati delle superfici precedenti l’attività di accertamento. Con successive, negli anni venturi, probabili nuove attività di ri-accertamento… e nuove entrate straordinarie per il comune (in “barba” all’obbligo di legge di copertura del solo costo del servizio)… e nuovi compensi al ri-accertatore del futuro… Un nuovo business!
Quanti saranno di preciso i casi in questione? Boh!, nessuno lo sa. Nessuno sembra saperlo. Nessuno, forse, si fida a dirlo. Di certo alcune migliaia… Nessuno conosce, o sembra conoscere, nemmeno quante siano le utenze complessive del servizio. Nebbia fitta, anzi, nebbia fittissima, copre decine e decine di scatoloni giacenti in diversi uffici comunali, scatoloni pieni zeppi di accertamenti cartacei tutti da leggere, rileggere, interpretare, rivedere, trascrivere, inserire, digitare, digitalizzare...
Nonostante puntuali e ripetute nostre richieste, nessuno ci ha saputo dare una minimamente soddisfacente risposta in merito. Né il sindaco, né l’assessore competente, tanto meno gli uffici comunali preposti il cui responsabile si è maldestramente trincerato dietro/sotto/sopra/sotto/dentro effimere spiegazioni di natura varia ed originalissima (scopriamo sempre più gente che sembra vivere in una fiction, in una realtà, o meglio, irrealtà parallela, lontanissima anni luce dalle effettività delle cose e del mondo).
Chiediamo:
- non sarebbe stato meglio provvedere agli accertamenti direttamente tramite gli uffici comunali (magari di concerto e in sinergia tra l’ufficio tributi e l’ufficio edilizia privata?) con contestuale immediato aggiornamento delle situazioni catastali imponibili reali di ciascun contribuente (e notevolissimi risparmi per le casse pubbliche?) come si era iniziato a fare anni addietro?
- oppure chiedere all’accertatore esterno incaricato (che ha incassato compensi per oltre il 50 per cento degli importi accertati…), di fornire al comune i dati aggiornati su supporti informativi immediatamente utilizzabili per l’aggiornamento delle superfici?
Una brutta storia, proprio una gran brutta storia, che crea disparità di trattamento verso e tra i cittadini e inaccettabili deroghe ai principi di equità, correttezza, congruità, veridicità e trasparenza… ed ulteriori futuri salassi “una tantum” alle tasche dei contribuenti che in questi anni hanno correttamente e diligentemente regolarizzato le loro posizioni.

1 commento:

  1. Il pasticcio è "vergognoso" ed è INDISPENSABILE che coloro i quali NON sono stati capaci d'organizzare il recepimento dei dati sia quanto meno ufficialmente "catechizzato" sulla base del vigente contratto.
    Detto questo non credo che sia corretto affermare : "...zeppi di accertamenti cartacei tutti da leggere, rileggere, interpretare, rivedere, trascrivere, inserire, digitare, digitalizzare..." perchè avendo ricevuto una dettagliata nota in cui mi si "spiegava" come mai ero evasore per ben 12€ è sufficiente, questo sì, digitallizzare i dati già belli ed interpretati. Migliaia? Ipotizziamo 5000, ne mettiamo a sistema 20 all'ora? Sono 250 ore lavoro, se va male in 2 mesi 2 persone di semplice buona volontà ha fatto e finito; vogliamo essere buoni ? ...4 mesi.
    FORZA! Volete dirmi che nell'Amministrazione Comunale siamo così tanto soffocati di lavoro da non riuscire ad organizzare tale lavoro? Se sì, a far cosa?
    Federico Chino

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